Il vermiglio acceso delle foglie
lungo il viale che portava a quel cancello,
un percorso pietroso che profumava di musco.
Un tappeto vellutato, verde cupo,
gocce di rugiada e lo scalpitìo di un passo incalzante.
Il maniero misterioso
con quelle grate massicce
che facevano da scudo alle finestre.
Maniglioni di bronzo,
panchine di marmo invecchiato,
fioriere di erica e rododendri
sporgevano da quei balconi perennemente serrati.
Davanti a quel magione
con gli occhi sbarrati,
un fremito di trepidazione.
Voltarsi per tornare indietro,
girare lo sguardo mirando ancora quei battenti mai aperti
e conservare ancora nella mente
l'inspiegabile mistero della borraccina setosa.
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